La sala prende il nome dal clavicembalo collocato al centro e realizzato con probabilità a Urbino alla metà del Seicento. Lo strumento è stato successivamente inserito in una cassa esterna realizzata a Venezia verso la metà del Settecento, decorata lungo i fianchi con la tecnica a “lacca povera”, ossia costituita da stampe ritagliate, incollate sul mobile e ricoperte da uno strato di lacca trasparente protettiva. Con la stessa tecnica è decorato anche il cassettone con ribalta addossato alla parete. Nelle tre vetrine è stata collocata invece una selezione di porcellane che ben esemplifica la produzione delle maggiori manifatture del Settecento. Gli esempi più significativi appartengono ovviamente alla celebre manifattura di Meissen e alle botteghe veneziane. La porcellana è forse il materiale che meglio di altri incarna lo spirito del Rococò. Il suo utilizzo nel corso del Settecento è talmente connaturato a questo stile che si potrebbe affermare che uno giustifica l’altro. Compatta, lucente e leggera, la porcellana si presta naturalmente alla realizzazione di oggetti dalle linee agili, aeree, impossibili da ottenere con i materiali fino ad allora noti. Rimasta a lungo un segreto delle manifatture cinesi fu ricreata in Europa a partire dal 1710 presso la corte di Augusto il Forte, Principe Elettore di Sassonia e re di Polonia e da qui si diffuse gradualmente in tutta Europa, nonostante i disperati tentativi di nasconderne la formula.
A Venezia già nel 1720 nasce una manifattura in grado di produrre oggetti d’alta qualità sia per la complessità dei modelli e degli ornati che per le caratteristiche della porcellana. Il suo fondatore, Giovanni Vezzi, sarà però costretto a chiudere per mancanza di finanziamenti dopo soli sette anni dall’apertura della fornace ubicata alla Madonna dell’Orto. In città saranno Geminiano e Francesco Cozzi ad avviare una nuova fabbrica, mentre a Bassano, Gian Battista Antonibon, promuove l’impresa che darà lustro al territorio e che rappresenterà il rivale più agguerrito delle manifatture veneziane. Intanto nel resto d’Italia il marchese Carlo Ginori finanzia a Doccia (Firenze) la propria fabbrica, mentre nel 1743 a Capodimonte (Napoli) Carlo di Borbone insedia la celebre manifattura che produrrà i primi pezzi di porcellana in pasta tenera.
Dal punto di vista stilistico gli oggetti in porcellana registrano meglio di altri i cambiamenti della moda e del gusto corrente. Le decorazioni sono svariatissime. Dai primi motivi floreali o d’ispirazione orientale si passa ben presto agli elementi rocaille, alle scene galanti, alle pastorali, ai paesaggi, all’immancabile araldica e soprattutto alla cineseria, la vera e propria protagonista delle tavole settecentesche.