Nell’inverno del 1757 si celebrano le nozze fra Ludovico Rezzonico, figlio di Aurelio, e Faustina Savorgnan.
Per l’occasione viene affrescata l’infilata di stanze lungo il rio di san Barnaba destinate a diventare l’appartamento di rappresentanza degli sposi. In questa circostanza è presente anche Giambattista Tiepolo che, sul soffitto della sala, realizza un’ Allegoria nuziale, coadiuvato ancora una volta da Girolamo Mengozzi Colonna.
Al di là di un parapetto in marmo ocra e verde, su cui sono appoggiate coppie di satiri, eseguiti dal figlio Giandomenico, si innalza un’architettura che culmina con una balaustra aperta sul cielo.
La coppia di sposi si presenta allo spettatore sul carro di Apollo, preceduta da Cupido bendato, mentre alcune figure allegoriche circondano il gruppo principale.
Tra di esse si riconoscono la Fama, che fa squillare la sua tromba, le Grazie sedute su una nube appena sotto il carro nuziale, la Verità con il sole in mano e il Merito, un vecchio barbuto coronato di lauro, con ai piedi un leone, che regge un vessillo con gli stemmi degli sposi.
Il pittore, attraverso l’utilizzo di più punti di vista nella disposizione delle figure crea un’immagine dinamica e plausibile dove anche il paradossale si manifesta con reale concretezza. Solo la fantasia di Giambattista Tiepolo, unita alla sua indiscussa bravura, avrebbe potuto immaginare l’arrivo nella sala della coppia di sposi direttamente sul carro del sole e renderlo allo stesso tempo credibile.
Nella parete centrale è esposto il Ritratto del nobiluomo Francesco Falier in veste di Procuratore de Mar, opera firmata dal ritrattista veneziano Bernardo Castelli ed eseguita con ogni probabilità nel 1786, anno in cui Falier fu eletto all’importante carica di cui esibisce le insegne.
Sulla parete di destra si apre la cappella pensile sul rio di san Barnaba, fatta costruire dalla famiglia Rezzonico nella seconda metà del Settecento.
Entro un’elegante decorazione rococò con stucchi dorati su fondo bianco è collocata la piccola pala d’altare con la Madonna e santi, opera di Francesco Zugno, uno degli allievi di Giambattista Tiepolo.
Dentro le vetrine poste lungo le pareti della sala sono esposte porcellane di varie manifatture europee appartenenti alla collezione di Marino Nani Mocenigo.