La decorazione dell’appartamento degli sposi si conclude con il soffitto di quest’ultima stanza, affrescato di nuovo da Giambattista Tiepolo con la collaborazione di Girolamo Mengozzi Colonna. Raffigura il Merito, rappresentato come un vecchio barbuto e coronato di alloro, che sale al Tempio della Gloria immortale accompagnato dalla Nobiltà, la figura alata che regge la lancia, e dalla Virtù, la donna riccamente vestita a destra del vecchio. Altre allegorie e putti fanno da corona alla scena. Uno di essi, sotto la figura del Merito, regge il Libro d’Oro della nobiltà veneziana dove venivano scritti i nomi dei patrizi, tra i quali, dal 1687, compariva anche quello dei Rezzonico.
La sala, tappezzata di velluto rosso, prende il nome dal trono in legno dorato, decorato con putti, nereidi e cavalli marini utilizzato da Pio VI il 10 marzo 1782, quando soggiornò a Chioggia ospite della famiglia Grassi. La sua fattura è tuttavia ben precedente; risale ai primi decenni del Settecento e ripropone la qualità e l’esuberanza dell’intaglio di Brustolon aggiornato secondo un gusto meno pomposo e teatrale. Alle essenze scure e patinate di fine Seicento (l’ebano e il bosso oppure il noce) si preferiscono ormai le meno austere dorature che contribuiscono a ingentilire un’ornamentazione ancora magniloquente.
Dello stesso gusto è il ricco mobilio della sala che comprende sulla parete a sinistra dell’entrata l’imponente cornice dalla ricca decorazione allegorica che celebra le doti morali del patrizio Pietro Barbarigo, effigiato nel ritratto di Bernardino Castelli. Partendo dallo stemma Barbarigo e proseguendo in senso orario incontriamo: l’Amore per la patria, la Carità, la Costanza, la Magnanimità, la Prudenza, la Giustizia e la Fede. La parte rimanente dell’arredo comprende un’elaborata console e quattro poltrone di intaglio particolarmente fine, tanto che in tempi passati si è pensato di assegnarlo al rinomato scultore Antonio Corradini, che tuttavia non realizzò mai opere in legno.
L’arredo di questa sala coniuga motivi ornamentali di sapore ancora barocco, come gli elementi figurativi a tutto tondo, con una lavorazione più aggraziata che giungerà alle forme più snelle visibili nel mobilio della sala precedente.