Ca' Rezzonico

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I TIEPOLO. I rami per le acqueforti nelle collezioni del Museo Correr.

I RAMI DEI TIEPOLO NELLA RACCOLTA DI TEODORO CORRER

I RAMI DEI TIEPOLO NELLA RACCOLTA DI TEODORO CORRER
Il Museo Correr conserva un nucleo di trentatré lastre in rame incise all’acquaforte dai Tiepolo, delle quali sette per mano di Giambattista, venticinque di Giandomenico ed una di Lorenzo.
Questo fondo collezionistico, proveniente dalla Raccolta di Teodoro Correr, pur nell’esiguità degli esemplari rispetto alla vasta produzione incisoria dei tre artisti veneziani, costituisce un unicum imprescindibile non solo per lo studio dell’opera grafica
e della tecnica – l’acquaforte – usata dai Tiepolo, ma anche per la conoscenza dell’iter delle singole stampe con i relativi successivi stati e, più in generale, per una riflessione sui rapporti e gli scambi, spesso complessi, intercorsi tra i figli
e il padre-maestro. Il legato Correr alla città di Venezia includeva negli inventari giudiziali redatti nel 1831 – un anno dopo
la morte di Teodoro – ben 146 matrici in rame, tra le quali le trentatrè dei Tiepolo, e numerosissime altre in legno comprese
le monumentali sei matrici silografiche con la Veduta di Venezia a volo d’uccello di Jacopo de’ Barbari, materiali che il Correr
si era procurato presso i numerosi stampatori attivi a Venezia. Questi, quando non ravvisavano più la possibilità di passare sotto i torchi questi strumenti di produzione grafica, a causa della loro consunzione o perché i soggetti delle stampe non incontravano più il gusto degli acquirenti, li offrivano al mercato collezionistico. Più spesso, trattandosi di rami,
li riutilizzavano per nuove incisioni dopo averli raschiati, o li mandavano a nuova fusione. A salvare per noi da sicura perdita questo nucleo di matrici tiepolesco che oggi appare raro è straordinario materiale di studio da tutelare, fu dunque l’“onnivoro” collezionismo del Correr che volle per sé quelle matrici nel convinto tentativo di testimoniare un altro brano del passato che stava rapidamente cedendo alla nuova temperie culturale e ai nuovi gusti dell’Neoclassicismo ottocentesco.