Ca' Rezzonico

Ca' Rezzonico

I TIEPOLO. I rami per le acqueforti nelle collezioni del Museo Correr.

Percorso

La mostra si articola in sezioni. La prima, dedicata a Giambattista, presenta sette lastre in rame che costituiscono una parte delle ventiquattro acqueforti pubblicate con il titolo Scherzi di fantasia. I temi sono quelli della pitturaa capriccio, con scene fantasiose di mistero e magia ispirate a suggestioni letterarie e filosofiche del tempo.
Giandomenico, che trovò nell’acquaforte un mezzo particolarmente adatto alle sue potenzialità creative, è il protagonista delle successive tre sezioni. Dalle prime, ancora incerte, esperienze nel riprodurre i dipinti dal padre per la chiesa veneziana di San Francesco della Vigna, egli raffinò la tecnica incisoria raggiungendo un sapiente uso della modulazione dei chiaroscuro e un dominio assoluto del segno. Sono esposti i rami delle Tre Virtù Teologali, tratto dal monocromo conservato in San Francesco della Vigna a Venezia, La Vergine e tre sante domenicane dalla pala per la chiesa dei Gesuati, ancora a Venezia e l’Ultima Cena dalla pala del duomo di Desenzano. Nella matrice con Paggi, vasi e pappagallo, poi, l’artista, accanto alla celebre immagine diventata simbolo della decorazione per la sua villa di Zianigo, accosta particolari tratti da varie opere paterne, reinterpretandole in una composizione originale dagli esiti surreali.
Seguono le acqueforti incise per il ciclo pittorico dell’Oratorio del Crocefisso a San Polo, le cui immagini, riprese in una serie di stampe all’acquaforte, avrebbero dovuto diffondere e promuovere questa impresa pittorica. La lettura dell’attività incisoria di Giandomenico si conclude con la quarta sezione che ospita la serie di Teste realizzate a omaggio ed emulazione della serie seicentesca di Teste all’orientale incise dall’artista genovese Giovanni Benedetto Castiglione, particolarmente ammirato dai Tiepolo, sperimentatore e innovatore nel campo incisorio.
La mostra – che si chiude con un breve spazio dedicato all’acquaforte attraverso le immagini contenute in trattati settecenteschi che hanno illustrato le tecniche e contribuito alla diffusione e alla fortuna di questa particolare arte incisoria – documenta anche dell’attività incisoria di Lorenzo, fratello di Giandomenico, che proprio nell’incisione, soprattutto nell’uso del chiaroscuro, mostra una peculiare personalità.