Loris Cecchini
Leaps, gaps and overlapping diagrams
Dal 21 settembre 2024 al 31 marzo 2025
Venezia, Ca’ Rezzonico – Museo del Settecento Veneziano
A cura di Luca Berta e Francesca Giubilei
In collaborazione con Galleria Continua e VeniceArtFactory
Il progetto espositivo presenta a Ca’ Rezzonico dieci nuove opere di Loris Cecchini, e la sua pratica artistica che ha come nucleo, da oltre 15 anni, l’elemento modulare. Impiegando i diversi linguaggi dell’architettura, del design, dell’ingegneria, per indagare gli spazi intermedi e i processi morfologici, determinati da salti, lacune e diagrammi sovrapposti – da cui il titolo del progetto – Cecchini articola un dialogo con le collezioni e l’architettura dei tre piani del Museo del Settecento Veneziano.
Punto di partenza sono le monumentali installazioni rampicanti, protagoniste di una intensa interazione con le architetture del portego esterno. Waterbones e Arborexence, proliferano nello spazio, a partire da singole unità in acciaio e in alluminio, strutture molecolari o vegetali, che si ramificano avvolgendo gli elementi architettonici e diventando un tutt’uno con essi.
Al primo piano, nel Salone da Ballo, l’esperienza è quella della vertigine: il dialogo si dispiega tra le grandi strutture Otherworldly Winds, red narrative and black narrative (aeolian landforms on zigzag particles) opere in resina a stampo con vellutazione di nylon increspata – che evocano vibranti paesaggi desertici; i lavori della serie Zigzags particles, interventi scultorei di natura granulare, creati con fusioni in alluminio; gli arredi barocchi, sontuosi ed esuberanti, realizzati in legno di ebano e bosso da Andrea Brustolon, gli straordinari affreschi di Giambattista Crosato e Girolamo Mengozzi Colonna. Grazie alle loro capacità illusive, pittura e scultura settecentesca, insieme alle opere di Cecchini, trasportano il visitatore, in una dimensione magica e surreale.
Infine, al secondo piano, tra le sale degli affreschi di Giandomenico Tiepolo e il portego con le vedute del Canaletto si ritrovano alcuni interventi scultorei modulari, l’opera a parete Wallwave vibration (Chorus Transition Probabilities), in cui l’artista immagina una variazione improvvisa, una vibrazione sonora, che dissolve provocatoriamente la superficie architettonica e un grande telescopio della serie Zigzags particles, rivolto verso il famosissimo “strappo” dell’affresco di Villa Tiepolo a Zianigo: Il mondo novo.
In quest’ultima stanza, che chiude la mostra, si condensa il discorso artistico di Cecchini: l’opera come strumento per proporre un cambio di prospettiva e un capovolgimento della stessa concezione di rappresentazione. Ne Il mondo novo (1791) Giandomenico Tiepolo ritrae una scena di folla attorno al casotto della lanterna magica, l’invenzione attraverso cui il pubblico qui rappresentato poteva immaginare di volgere lo sguardo verso l’esotico, verso il futuro, dando spazio alla fantasia.
Telescope I di Cecchini, rivolto verso questo emblematico affresco, rinforza l’idea dell’opera d’arte come dispositivo di sfondamento della realtà.
Un rimando allo “sfondamento” che, nell’idea dei curatori, determina anche un ulteriore livello di interazione e di corrispondenza. Ammirando i magistrali soffitti affrescati da Tiepolo, Guarana, Crosato e Diziani ricorre il tema della nuvola, centrale nell’apertura delle stanze attraverso i cieli dipinti, e proprio qui si trova il punto di contatto tra i pittori del Settecento e l’artista oggi: la nuvola come unità intermedia, di passaggio tra reale e virtuale, elemento formale che corrisponde, all’idea di scultura modulare che si propaga in modo organico e libero, adattandosi allo spazio stesso e al luogo.
La mostra è visitabile dal 21 settembre 2024, con l’orario e il biglietto del Museo.
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GALLERIA IMMAGINI: photo OKNOstudio