Luca Carlevarijs (1663–1730) è unanimemente considerato il padre del vedutismo veneziano. Nato a Udine, giunge Venezia giovanissimo trovando la protezione dei nobili Zenobio, per i quali dipinge le sue prime opere note, le grandi vedute ideate tuttora conservate nella loro dimora veneziana. Nella seconda metà degli anni Ottanta compie un viaggio d’istruzione a Roma, dove studia i Bamboccianti e le opere dei vedutisti di scuola nordica, che lasciano un segno nella sua prima produzione legata ai porti di mare, oltre che alle vedute ideate. Alla fine del Seicento o agli esordi del secolo successivo risalgono le prime immagini di Venezia, che forse precedono di qualche anno la pubblicazione delle 104 incisioni delle Fabbriche e Vedute di Venezia edita nel 1703. Da allora la sua attività si fa assai intensa, riguardando, almeno nel secondo decennio, soprattutto immagini dei luoghi simbolo della città lagunare, rese vivaci dalla presenza di innumerevoli e variopinte macchiette caratterizzate dalla precisissima descrizione dei monumenti, spesso toccati da una luce rosata, che li avvolge e ne ammorbidisce i particolari. Di grande effetto sono le grandi tele dedicate a eventi particolari, quali la regata in onore di Federico IV di Danimarca nel 1709, i vari “ingressi” degli ambasciatori stranieri in Palazzo Ducale o la tela commemorativa dell’arrivo a Londra nel 1707 degli ambasciatori veneziani Nicolò Erizzo e Alvise Pisani, ora conservata a Monaco. Alla fine della sua vita, il successo del Carlevarijs è in parte oscurato dall’apparire del nuovo astro nascente del vedutismo veneziano, Canaletto; Luca muore nel 1730, avendo cessato di dipingere già da qualche tempo, perché colpito da paralisi.