L’adorazione dei pastori
Inv. 6539
Matita nera, penna inchiostro bruno, pennello inchiostro seppia, biacca; 476 x 349 mm
I pastori portano a Gesù neonato i loro doni (tra i quali l’agnello, presagio del sacrificio cui Cristo si sottoporrà per salvare l’umanità) inginocchiati davanti alla mangiatoia, dove Maria l’ha deposto, avendo alle spalle Giuseppe e, più indietro, il bue e l’asinello che lo scaldano col loro fiato. L’angelo che ha recato la notizia della nascita vigila dall’alto, accompagnato da un volo di cherubini, e squarcia con la sua apparizione le tenebre della notte.
2.2. L’adorazione dei Magi
Inv. 6540
Matita nera, penna inchiostro bruno, pennello inchiostro seppia, biacca; 498 x 355 mm
E’ uno dei disegni più celebri dell’album Cini,. I Magi, Melchiorre, re della Persia, Baldassarre, re dell’India e Gaspare re d’Arabia, sono giunti a Betlemme dopo un lungo viaggio, guidati da una stella cometa, per rendere omaggio al “re dei Giudei nato da poco”, e donargli oro, incenso e mirra. Maria, con il Bambino tra le braccia e Giuseppe accanto a lei, accoglie il regale corteo davanti alla capanna dove Cristo è nato, che si appoggia ai ruderi di un antico tempio classico, ad indicare come il Cristianesimo costituisca contemporaneamente la continuità e il rinnovamento del mondo classico.
2.3. La presentazione di Gesù al Tempio
Inv. 6541
Matita nera, penna inchiostro bruno, pennello inchiostri bruno e rossiccio, biacca; 490 x 355 mm
Due settimane dopo la nascita di Gesù, Maria, accompagnata da Giuseppe, porta il neonato al Tempio di Salomone a Gerusalemme dove viene accolto dal vecchio sacerdote Simeone. La giovane donna a sinistra porta la gabbia che contiene due colombe offerte da Giuseppe al tempio; rispetto alla narrazione evangelica, manca nel disegno la figura della anziana profetessa Anna. Di notevole effetto la monumentale struttura del tempio, che richiama i modelli veronesiani riportati in auge nel Settecento da Sebastiano Ricci e dal Tiepolo.
2.4. La resurrezione di Lazzaro
Inv. 6542
Matita nera, penna inchiostro bruno, pennello inchiostro rossiccio, biacca; 489 x 360 mm
L’evangelista Giovanni narra come Gesù sia giunto nel piccolo villaggio di Betania, alle porte di Gerusalemme, quattro giorni dopo la morte di Lazzaro; accompagnato da Marta, da Maria e da una grande folla, si reca alla tomba dove il corpo dell’amico era stato deposto e, fattala scoperchiare, gli ingiunge di uscirne. E’ l’ultimo e il più famoso dei miracoli descritti da Giovanni, rappresentato infinite volte dai pittori: Fontebasso pone i protagonisti della vicenda in primo piano, davanti ad una serie di edifici monumentali che costituiscono una veduta fantastica di Gerusalemme.
2.5 La probatica piscina
Inv. 6543
Matita nera, penna inchiostro bruno, pennello inchiostro rossiccio, biacca; 387 x 360 mm
Anche in questo arioso disegno appare evidente la ripresa dai modelli di Sebastiano Ricci e Giambattista Tiepolo, palesi anche nell’ampia struttura architettonica ad archi di memoria veronesiana che chiude la scena sullo sfondo, dietro alla grande piramide, simbolo dell’eternità.
2.6. Cristo e l’adultera
Inv. 6544
Matita nera, penna inchiostro bruno, pennello inchiostro rossiccio, biacca; 490 x 370 mm
Il disegno narra l’episodio del Vangelo di Giovanni in cui Cristo è interrogato dai farisei, che gli chiedono se una donna colta in fragrante adulterio debba essere lapidata, come prevedono le leggi. Cristo risponde loro scrivendo sulla sabbia la celebre frase “Chi è senza peccato scagli la prima pietra” e i farisei se ne vanno, lasciando cadere le pietre; allora lo stesso Cristo assolve la donna dicendole: “Neppure io ti condannerò: vai e non peccare più”.
2.7. Cristo e la samaritana
Inv. 6545
Matita nera, penna inchiostro bruno, pennello inchiostro rossiccio, biacca, 485 x 355 mm
Rifacendosi al Vangelo di Giovanni, Fontebasso narra qui del momento in cui Cristo, giunto assetato al pozzo che si trovava nel podere che fu di Giacobbe, incontra una donna di Samaria e ha con lei un lungo dialogo, nel corso del quale, grazie alla sua eloquenza, riesce a convincerla a superare le antiche rivalità con i Giudei. Sullo sfondo appaiono le figure degli Apostoli, che recano il cibo trovato nella vicina città di Sichar.
2.8. La Comunione degli Apostoli
Inv. 6547
Matita nera, penna e pennello inchiostro bruno, biacca; 485 x 354 mm
Nel corso dell’Ultima Cena, Cristo istituisce il sacramento dell’Eucarestia, offrendo il proprio corpo e il proprio sangue agli Apostoli sotto forma di pane e di vino. Fontebasso immagina la vicenda all’aperto, facendo calare dal cielo un grande angelo alato che reca il turibolo, mentre Pietro, il primo degli Apostoli ad essere stato comunicato, scende dalla scalinata per avviarsi a portare il verbo divino nel mondo.
2.9. Cristo nell’orto degli ulivi
Inv. 6548
Matita nera, penna inchiostro bruno, pennello inchiostro bruno-rossiccio, biacca; 485 x 355 mm
Il disegno narra uno dei momenti più tragici della vicenda umana di Gesù. Conclusa l’Ultima Cena, accompagnato da Pietro, Giacomo e Giovanni, egli sale sulle pendici del monte degli Ulivi; i tre Apostoli, stanchi, si addormentano a terra e Gesù, allontanatosi un poco da loro, profondamente turbato dalla coscienza degli eventi che verranno, prima prega il Padre “di allontanare il calice” della Passione, ma poi accetta la volontà divina; a questo punto, secondo la narrazione di Luca, compare l’angelo, che scende dal cielo a confortarlo. Sullo sfondo, alla luce delle fiaccole, appaiono i soldati romani, condotti da Giuda, giunti per imprigionare il Redentore.
2.10. Cristo presentato al popolo
Inv. 6549
Matita nera, penna inchiostro bruno, pennello inchiostro seppia, biacca; 476 x 355 mm
La scena della presentazione di Cristo al popolo che lo vuole crocifisso è ambientata da Fontebasso sopra una scalinata disposta sul margine destro del disegno, mentre gran parte del foglio è dedicata alle figure dei sacerdoti e dei soldati che assistono all’evento e a una veduta immaginaria di Gerusalemme, composta di grandiosi edifici monumentali. Evidente risulta l’ispirazione tiepolesca nell’impaginazione della scena e nelle tipologie dei personaggi.
2.11. Cristo deposto dalla Croce
Inv. 6550
Matita nera, penna inchiostro bruno, pennello inchiostro rossiccio, biacca; 478 x 353 mm
Il corpo livido di Cristo, fatto scendere dalla Croce, viene avvolto nel sudario dall’anziano sacerdote Nicodemo, aiutato dal nobile Giuseppe d’Arimatea, che aveva ottenuto da Pilato l’autorizzazione a seppellirlo. Dietro al gruppo principale appare l’evangelista Giovanni, mentre a sinistra si trovano la Vergine e due altre donne; i soldati romani, conclusa la loro opera, scendono dal Monte Calvario, mentre due altri uomini, saliti sulla Croce con le scale, stanno togliendo con una tenaglia i chiodi conficcati nelle carni di Cristo.
2.12. Resurrezione di Cristo
Inv. 6551
Matita nera, penna inchiostro bruno, pennello inchiostro rossiccio, biacca; 485 x 356 mm
Secondo la consolidata iconografia, Cristo esce dal sepolcro e si libra nel cielo in un fulgore di luce, avendo con sé lo stendardo con la croce rossa in campo bianco simbolo della Resurrezione. Due grandi angeli alati sono scesi dal cielo per rimuovere la pesante lastra di marmo che chiudeva il sepolcro; tre dei soldati di guardia dormono profondamente, a terra, mentre un quarto, terrorizzato dall’evento, si ritrae brandendo lo scudo.
2.13. La cena in Emmaus
Inv. 6546
Matita nera, penna inchiostro bruno, pennello inchiostro bruno – rossiccio, biacca; 480 x 360 mm
Il foglio narra il momento finale di uno degli eventi accaduti dopo la morte di Cristo: due discepoli, in cammino tra Gerusalemme ed Emmaus, parlano tra loro con tristezza della morte del Redentore; a questi si avvicina un altro viandante sconosciuto, che si fa raccontare l’accaduto ma che a sera, in una locanda, si si rivela ai discepoli come Gesù, prendendo il pane, benedicendolo e offrendolo loro, per poi scomparire alla loro vista. Qui Fontebasso presenta Cristo nell’atto di benedire il vino nella coppa e aggiunge alle figure del Redentore e dei viandanti anche quella dell’oste e di un giovanetto.