L’album dei disegni
Nulla si conosce della storia di quest’album fino al 1934, quando, alla fine dell’anno, venne studiato da Giuseppe Fiocco e da Rodolfo Pallucchini nella Libreria Antiquaria Guiraud Frères in rue de Téhéran a Parigi. I fogli «Sono belli e gustosi, tra Tiepolo e Ricci […], il volume sarebbe di grandissimo interesse per Venezia: sono disegni che altrimenti andranno dispersi […] a fogli separati.[…] Io ho visto e studiato i disegni: ed ho pensato che sarebbe un dovere che in qualche modo questo complesso fosse assicurato a Venezia».
Grazie a questa segnalazione di Pallucchini al direttore Giulio Lorenzetti e al mecenatismo di Vittorio Cini, in effetti il prezioso album venne acquisito dal Correr nel 1935. Si compone di 28 fogli, del tutto simili per misure, tecnica esecutiva e stile. Si tratta di disegni “finiti”, assai elaborati nella stesura a matita poi ripassata a penna e ombreggiata all’acquarello, con inchiostri bruni, seppia o sanguigna e rifinita con tocchi di biacca. Tutti incentrati su tematiche religiose, non seguono però una narrazione unitaria: quattro fogli sono dedicati a eventi tratti dall’Antico Testamento, tredici a episodi della vita di Cristo e undici a quella di diversi santi. Ciò fa pensare che essi siano nati come una sorta di autopresentazione dell’artista nei confronti di un possibile committente, cui egli abbia inviato degli esempi di cosa avrebbe potuto realizzare in quel campo. L’originaria legatura settecentesca – in cuoio zigrinato con ricca ornamentazione dorata di stile rococò- andò perduta nel 1935, quando i disegni vennero esposti in una delle sale del museo.
I fogli, di squisita e assai elaborata fattura, appartengono, secondo l’opinione prevalente della critica, alla produzione pittorica del Fontebasso della metà del Settecento, già intrisa di cultura rococò, come dimostrano i festosi giochi di putti , la presenza di numerosi grandi angeli o di vecchi orientali barbuti di evidente memoria tiepolesca.