La porcellana è forse il materiale che meglio di altri incarna lo spirito del Rococò. Il suo utilizzo nel corso del Settecento è talmente connaturato a questo stile che si potrebbe affermare che uno giustifica l’altro. Compatta, lucente e leggera, la porcellana si presta naturalmente alla realizzazione di quegli oggetti dalle linee agili, aeree, impossibili da ottenere con i materiali fino ad allora noti. Rimasta a lungo un segreto della manifatture cinesi fu ricreata in Europa nel secondo decennio del Settecento presso la corte di Augusto il Forte, Principe Elettore di Sassonia e re di Polonia e da qui si diffuse gradualmente in tutta Europa, nonostante i disperati tentativi di nasconderne la formula.
Impiegata subito in campo ornamentale per realizzare statuine e vasi di fragile grazia, è sulla tavola che essa trova il suo naturale impiego, accompagnando quella sorta di riforma che interessa nello stesso periodo la cucina. Nella mensa nobiliare il lusso si mostra non più attraverso monumentali portate che identificano lo sfarzo nella semplice abbondanza, ma attraverso pietanze dai sapori meno forti e consistenze delicate. Il nuovo stile alimentare, d’importazione francese, moltiplica il numero delle portate, ne riduce le porzioni che vengono servite in vasellame minuto, fragile, delicato e sempre diverso. È tuttavia la nuova passione per le bevande esotiche, il the, la cioccolata, il caffè che crea recipienti dalle forme nuove, adatte a degustare, fuori dai pasti, bibite dai sapori rari.
Cambiano così anche le abitudini culturali: la tavola non è più solo il luogo dove si banchetta ma il centro dello scambio di idee e del confronto dialettico. Nella società illuminista, tazzine, teiere, bricchi per il latte o per la cioccolata sono gli strumenti essenziali di quella ‘civiltà della conversazione’ che vede protagonisti teste coronate, avventurieri e celebri intellettuali: nasce la società moderna.
Dal punto di vista stilistico gli oggetti in porcellana registrano meglio di altri i cambiamenti della moda e del gusto corrente. Le decorazioni sono svariatissime. Dai primi motivi floreali o d’ispirazione orientale si passa ben presto agli elementi rocaille, alle scene galanti, alle pastorali, ai paesaggi, all’immancabile araldica e soprattutto alla cineseria, la vera e propria protagonista delle tavole settecentesche.
Ca’ Rezzonico conserva un importante selezione di oggetti in porcellana che offre una panoramica di quasi tutte le manifatture europee. Da quella celebre di Meissen a Sèvres e Vienna. Il nucleo più importante riguarda ovviamente le produzioni locali: Vezzi e Cozzi a Venezia, Antonibon a Bassano. Dopo molto tempo buona parte di questa raccolta è oggi finalmente visibile nella al secondo piano del Museo nella Sala del Clavicembalo.