Nasce a Brescia il 5 settembre 1941. Vive e lavora a Bologna. Terminati gli studi classici, si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza di Pavia dove si laurea in Diritto Internazionale nel 1964. Appassionato d’arte conosce e frequenta alcuni pittori del “Realismo esistenziale” e si lega con profonda amicizia a Sandro Luporini e Gianfranco Ferroni. Nel 1974 abbandona il lavoro e, dopo un lungo viaggio in India, rientrato in Italia, decide di dedicarsi completamente alla pittura, nonostante l’ostracismo del suo ambiente e della famiglia. Inizia a dipingere nello studio di Gianfranco Ferroni, che considererà per sempre il suo “maestro etico”. Nel 1976 si trasferisce a Londra, dove resterà fino al 1983. Nel 1979 partecipa al gruppo della Metacosa (Bartolini, Biagi, Ferroni, Luino, Luporini, Mannocci) che dopo varie mostre si scioglierà nel 1983. Dal 1983 al 1985 vive fra Parigi, New York e Venezia. Nel 1980 si lega alla Galleria Forni di Bologna, città in cui si trasferisce definitivamente nel 1987 e dove tuttora vive e lavora. Dal 1984 la tematica prevalente delle sue opere è costituita da paesaggi urbani che “ferma” in fotogrammi di lucida e inquietante sintesi visiva: trasforma fabbriche e periferie in scenari metafisici fuori dal tempo e dallo spazio. Pittore aristocratico e dal carattere appartato, Giorgio Tonelli è ormai celebre per le sue vedute altere, a volte algide, altre riscaldate da luci dosate con sapienza. Il suo vedutismo, “precisionistico” e maniacale, è sempre supportato da una sapienza tecnica sorprendente e affascinante. Dalle vedute newyorkesi, colte nelle diverse declinazioni della luce e del giorno alle periferie industriali, città ideali di estremo silenzio, fino alle più recenti e riuscitissime prove dei nudi femminili, le sue opere rivelano una tecnica impeccabile. Protagonista assoluto ne è il silenzio, non solo nei paesaggi urbani, ma anche nelle ampie vedute della pianura emiliana: campagne soleggiate dopo la mietitura, folti filari di alberi allineati lungo l’ampio corso del fiume Po. Particolare risulta inoltre l’utilizzo di formati lunghi e stretti, che sembrano enfatizzare l’orizzontalità del paesaggio, l’infinita ampiezza dell’orizzonte padano in cui egli racchiude una singolare poetica della luce e del silenzio. Il curriculum espositivo di Giorgio Tonelli è ricco di avvenimenti importanti, numerose sono le rassegne collettive in luoghi istituzionali alle quali è stato chiamato a partecipare, tra le più recenti vi è “Arte italiana – 1968/2007” a cura di Vittorio Sgarbi, Milano, Palazzo Reale, 2007. Dello stesso anno è la partecipazione alla 58° Edizione del Premio Michetti nonché la mostra “Natura morta” a cura di M. Pasquali presso la Fondazione Ragghianti di Lucca e la mostra “Nuovi Pittori della Realtà” a cura di M. Sciaccaluga al PAC di Milano. Nel 2008, nell’ambito della rassegna “Not so private – Gallerie e storie dell’arte a Bologna”, partecipa all’esposizione “Galleria Forni e Galleria Stefano Forni: dal 1967 una storia per l’Arte Figurativa” organizzata dal Mambo (Museo d’Arte Moderna di Bologna) nello spazio di Villa delle Rose. L’ultima personale è del 2009 alla Galleria Jannone di Milano, con una mostra di pastelli dal titolo “Lo sguardo fisso”.