I disegni
1. Galera
Vi è raffigurata una tipica galera veneziana ripresa di scorcio, con, sulla prua, il leone andante simbolo della città. L’alberatura è appena accennata e mancano le vele, mentre lo scafo è ben definito. Come in quasi tutti gli altri fogli dell’album, la tecnica abituale dell’ombreggiatura a pennello con inchiostri diluiti è ravvivata da rapidi tocchi di biacca.
2. Galera; navi da carico
La nave da carico al centro del disegno riappare in alto a sinistra in un dipinto della maturità di Luca raffigurante il Molo di San Marco e l’ingresso del Canal Grande di proprietà del conte di Crawford a Balcarres Castle.
3. Bragozzi; brigantino
I bragozzi sono tipiche imbarcazioni della laguna veneta, utilizzati per la pesca e per il trasporto delle merci. Qui sono ripresi alla fonda, con le vele parallele alla barca, per riparare l’equipaggio dai raggi del sole. Il brigantino è invece una piccola ma robusta barca da carico, usata a volte anche come nave da combattimento. Per i bragozzi il disegno è sfumato, il brigantino è ben descritto nei particolari.
4. Rascona; caicco
La rascona, vista di prua, è un’imbarcazione da trasporto un tempo usuale nella laguna veneta; il caicco è una barca da carico di origine orientale, spesso usata – come appare anche nel disegno – per il trasporto del legname sia dalle coste orientali dell’Adriatico che per via fluviale. Sullo sfondo in alto a sinistra è la sagoma di una terza imbarcazione. Il caicco riappare al centro della Veduta della Punta della Dogana di collezione Emo Capodilista a Roma
5. Galera
La galera ha in poppa il fanale che contraddistingueva le navi su cui erano imbarcati i Provveditori da Mar della Serenissima. È colta in riposo, probabilmente alla fonda nel bacino di San Marco, con il “cagnaro” a strisce bianche e rosse steso a coprire la tolda e i remi raccolti a bordo. Con ogni probabilità si tratta della stessa galera che riappare in altri due fogli dell’album (nn. 7 e 9), ripresa da angolazioni diverse.
6. Brigantino in disarmo
Il disegno riporta l’immagine di un brigantino adibito al trasporto delle merci (ma sulla fiancata si notano ancora gli sportelli per i cannoni), abbandonato in disarmo in qualche angolo della laguna veneziana, privo ormai dell’alberatura.
7. Galera
Si tratta ancora con ogni probabilità della stessa galera di un Provveditore presente nel disegno n.5, ripresa da un diverso punto di vista. Qui ha maggiore visibilità il grande fanale collocato sulla poppa.
8. Tre rascone
Questo gruppo di tre imbarcazioni da carico riappare nel dipinto raffigurante L’entrata solenne dell’ambasciatore cesareo conte di Colloredo a Palazzo Ducale conservato al Museo di Dresda, databile al 1726: si tratta del dipinto più tardo in cui siano ravvisabili imbarcazioni disegnate nell’album del Correr.
9. Galera
Ancora una ripresa, questa volta dalla fiancata destra, della galera del Provveditore (nn. 5 e 7). Il disegno è servito come modello per la simile imbarcazione che appare sullo sfondo della Veduta della Piazzetta verso la riva degli Schiavoni della collezione B. Talbot a Kiplin Hall.
10. Imbarcazione fluviale per il trasporto del legname; galera
L’imbarcazione fluviale da trasporto riappare a sinistra nel dipinto con la Punta della Dogana e l’isola di San Giorgio Maggiore di collezione Lehman a New York.
11. Trealberi
Il disegno riporta l’immagine di un trealberi da carico di tipo orientale, probabilmente greco, del tutto usuale in un porto come quello veneziano, dove la presenza di navi provenienti dall’Oriente era normale.
12. Nave da guerra a vele quadre in disarmo
Ancora una grande nave da guerra in disarmo, alla fonda in un angolo della laguna, privata delle sue vele quadre. La tecnica sciolta e libera, unita allo scarso interesse per la resa puntuale di ogni particolare, fanno di questo foglio uno dei capolavori della serie.
13. Burchio e rascona
Questo disegno si presenta assai diverso dagli altri dell’album, sia per l’inserimento delle due barche da carico in un ambiente lagunare, con – a sinistra – un’isola con alto campanile (forse Burano) e a destra le pendici appena accennate delle Prealpi, sia per la resa più puntigliosa dei particolari delle imbarcazioni e la presenza di un’ombreggiatura realizzata con fitti tratteggi a penna. Forse ha una datazione precedente rispetto agli altri della serie ed è stato riunito ad essi nell’Ottocento.
14. Nave da guerra
È qui raffigurata una vecchia nave da guerra seicentesca, probabilmente ormai avviata al disarmo, come prova la mancanza delle vele: una nave ormai di foggia superata e in disuso.
15. Bombarda
Questo piccolo veliero deriva il suo nome dal fatto di poter sostituire al trinchetto una micidiale bombarda. In questo caso il Carlevarijs ne ha riportato la versione mercantile, con la tipica vela aurica sull’albero posteriore e la vela quadra su quello a mezza lunghezza della nave.
16. Nave da guerra vista da poppa
In questo rapido schizzo, il Carlevarijs si è preoccupato di rendere con attenzione solo i particolari della poppa, accennando anche alla decorazione della sua parte inferiore.
17. Rascona e burchiello
Accanto alla rascona, fa la sua apparizione il più piccolo burchiello, un’imbarcazione utilizzata soprattutto per il trasporto fluviale del legname, come in questo caso, ma anche delle persone lungo il corso della Brenta, fino a Padova.
18. Nave da guerra o da carico vista da poppa
Si tratta di uno dei più affascinanti disegni della serie, che mostra una grande nave da guerra o da carico alla fonda nel porto. La resa è piuttosto dettagliata sia nella descrizione degli alberi che nel particolare della vela stesa tra gli alberi stessi, per riparare l’equipaggio dai raggi del sole.
19. Nave da guerra o da carico vista da dritta
Ancora la nave del foglio precedente, vista in questo foglio da dritta, da un punto di ripresa che permette di mettere in luce l’imponente alberatura, descritta con puntuale precisione.
20. Nave da guerra o da carico vista da prua
Vi è ritratta la stessa nave che appare nei due fogli precedenti. Essa riappare, assieme al veliero. n. 21, sullo sfondo del dipinto raffigurante un Porto di mare con torre di proprietà delle collezioni reali inglesi a Windsor Castle databile al 1714: si tratta del dipinto più antico del Carlevarijs in cui compaiono le navi e questo particolare autorizza, almeno in via d’ipotesi, una datazione di questi disegni alla prima metà del secondo decennio.
21. Nave da guerra in riposo
Come il disegno di cui al foglio precedente, anche questo è stato utilizzato da Luca nella Veduta di un porto di mare con torre di Windsor Castle, risalente al 1714 circa.
22. Sciabecco
L’elemento di questo veliero di origine turca che ha maggiormente interessato il Carlevarijs è indubbiamente l’intricata ed inusuale velatura, resa con particolare attenzione, mentre lo scafo della nave appare solo delineato nella sua struttura.
23. Nave da guerra all’ancora
Questa nave da guerra all’ancora nel bacino di San Marco appare, con poche varianti, al centro della Veduta di un porto di mare con monumento ed arco romani già nella Galleria Sacerdoti a Milano, datato 1714.
24. Nave da guerra con vele quadre
La nave, con la sua poderosa velatura spiegata, è stata utilizzata dal Carlevarijs nell’esecuzione di due diverse vedute: quella della Punta della Dogana di collezione Emo Capodilista a Roma e quella del Molo col Palazzo Ducale di collezione privata a Milano.
25. Facchino che solleva una cesta; rematore
Il disegno è giunto al Correr nel 1948, per lascito di Fabio Mauroner,. Le due figure che appaiono nel recto del foglio e una di quelle che appaiono invece sul verso sono preparatorie per macchiette presenti in diversi dipinti di Luca risalenti tutti alla metà del secondo decennio, in cui si nota l’influsso dei maestri “bamboccianti” conosciuti a Roma, assieme Lorrain e Callot. Il suo stile grafico, a queste date, si dimostra estremamente incisivo e realistico, ma già rivolto a ricercare – grazie in particolare all’uso della biacca – effetti pittorici.
26. Figure di un nobiluomo e di due popolani
Questo foglio, identico per cifra stilistica e simile per misure al precedente, è egualmente preparatorio per macchiette che appaiono in dipinti riferibili alla metà del secondo decennio. Anch’esso è stato donato al Correr dal Mauroner nel 1948.
27. Figure di artigiani, di mercanti e di una donna
Assieme ad altri tre fogli simili stilisticamente e di identiche misure, anche questo disegno è stato donato al Correr da Fabio Mauroner nel 1948. certamente i quattro fogli facevano in origine parte di un album nel quale il Carlevarijs aveva ritratto, a matita, in “presa diretta” alcuni personaggi incontrati in città che lo avevano particolarmente colpito; in seguito aveva ripassato i contorni delle figure a penna nello studio, al fine di costituire un realistico repertorio di macchiette pronte ad essere inserite ad animare le sue vedute.
28. Otto figure di popolani
Come gli altri fogli della serie, questo disegno costituisce un ottimo esempio della produzione grafica dell’ultimo decennio di vita del Carlevarijs, caratterizzata da un medium diverso da quello usato negli anni precedenti e da una maggiore scorrevolezza di segno.
29. Figure di venditori e suonatori
Ancora delle vivaci figure di popolani colti dal Carlevarijs nelle calli e nei campi di Venezia quali appunti grafici da sviluppare nei dipinti, con uno spirito documentario che pare anticipare quello delle celebri incisioni delle «Arti che vanno per via» di Gaetano Zompini.
30. Il ponte di Rialto visto da nord
Il foglio, giunto nel 1865 al Museo per lascito Cicogna, è uno dei rarissimi disegni “finiti” del Carlevarijs che i siano pervenuti. Probabilmente è preparatorio per un dipinto, ma non è da escludere che fosse destinato alla raccolta di un collezionista, sebbene sia rimasto incompiuto in alcuni particolari per ragioni a noi ignote.
31. Veduta di una villa
Il disegno –donato al Museo alla fine dell’Ottocento dal Ghega – mostra la stessa grande villa patrizia di campagna, di fattura probabilmente seicentesca, preceduta dall’ampio e curatissimo giardino, che appare in un dipinto del Carlevarijs conservato in una collezione privata a Londra. Rispetto alla tela, cambiano il numero e la disposizione delle figure in primo piano.
32. Album Mauroner
Questo album è stato donato dal Mauroner al Museo nel 1948. Consta di 29 fogli ricavati per lo più da frammenti di diversa provenienza incollati assieme nel corso dell’Ottocento. Le diverse iscrizioni «Guardi», «Longhi», «L. Carlevaris Udinensis» che appaiono sulla vecchia rilegatura testimoniano l’incertezza sull’attribuzione dei disegni, solo all’inizio del Novecento correttamente risolta in favore del Carlevarijs.
Si tratta di veri e propri “appunti grafici” risalenti a momenti diversi dell’attività del pittore, da opere assai giovanili fino alla maturità. Molti di questi fogli sono preparatori per figure o elementi architettonici che appaiono in dipinti eseguiti da Luca in diverse epoche. L’unico schizzo datato è quello con la Veduta di San Giorgio Maggiore che reca iscritto l’anno 1697 e che parrebbe collegabile alla veduta dell’isola che appare nelle Fabbriche e Vedute, date alle stampe nel 1703. Curiosa la presenza tra questi fogli di un Ritratto che parrebbe riportare l’effige di Sebastiano Ricci.